20080212

C'è del marcio in Danimarca


Il dolore non porta a nulla di buono. Questa evidente realtà viene negata dalla religione cristiana, la quale vorrebbe dare al dolore e alla sofferenza un significato salvifico. Non ricordo di aver visto mai persone migliorare grazie al dolore. Anzi, quando questo è continuo l'abbruttimento è certo. Il dolore tira fuori il peggio dell'uomo. Rabbia, rancore, violenza. Dal letame nascono i fiori cantava De Andrè. Ma non è vero. Dal letame non nasce nulla, al massimo è un concime. Il passato dell'umanità è costruito sul dolore, sulla violenza. Costellato di perdite tragiche. Guerre, omicidi, stupri. Da questo dolore l'uomo non ha imparato nulla. Oltre a perpetrarlo, naturalmente. L'uomo è un essere stupido. Un animale votato al suicidio. La sua presenza è per la Terra una jattura. E' un microbo, un virus che muta in continuazione distruggendo il corpo che lo ospita.  Il dolore porta dolore. Una tautologia difficilmente contestabile. Non credo nelle proprietà miracolose del dolore. Solo la gioia ci salverà da noi stessi. Solo la gioia ci renderà liberi. La gioia è la mia religione. 

20080202

Voglio essere danna


L'arte della geisha va scomparendo. Come le tigri. Anche se non vi è relazione alcuna tra geisha e tigre, anche perché quest'ultima non può permettersi certo l'onerosa parcella per i di lei servigi. In effetti non è stata mai registrata a memoria d'uomo una tigre come "danna" di una geisha. Ma naturalmente potremmo semplicemente non saperlo. Difatti le geisha sono molto riservate. In Italia non sono presenti, perché per un uomo italiano pagare la grazia, la bellezza e altre abilità frutto di anni di studio sembra sciocco. Quando invece si può pagare qualcosa per la quale una donna non deve essere molto in gamba. Strani gli uomini. Un po' come se andassi a teatro, ma solo dopo aver ricevuto assicurazione che gli attori sono incapaci. Mi piacerebbe parlare con  una geisha, ma temo che non capirei molto di quello che mi dice. Poi la danza orientale non la capisco. Magari potrei ascoltarla suonare lo shamisen. Per un paio di secondi, cioè quello che  mi permettono le mie finanze. Eh, non verrò mai intrattenuto da una maiko, lo capisco bene e mi dispiace molto. Però ho un'idea. Potrei affittare un kimono. Trovare qualcuno che sappia utilizzare il trucco delle maiko e dietro compenso -non troppo esoso- affitarmi la prostituta sotto casa. La farei vestire come una maiko. La porterei a casa, mi farei versare del sakè. Per un'ora solo, lei la mia geisha, io il suo danna. Ne parlerò con la mia psicologa.