20091201

L'elogio della Mediocrità


Nell'82 avevo 10 anni. L'Italia del calcio vinse il mondiale in Spagna, io mi sbucciai gravemente un ginocchio e al festival di sanremo vinse una canzone che è un elogio sperticato della mediocrità. Storie di tutti i giorni, dell'ex-pooh Riccardo Fogli deve la sua fortuna a qualcosa di intangibile. Io avevo 10 anni e mi pareva una canzone carina, ma avevo 10 anni. Riascolto la canzone dopo che mi era tornata alla mente senza ragione. Sapete quando vi svegliate e avete una canzone in testa? Ecco, purtroppo era storie di tutti i giorni. Quindi vado a ripescarla e questa volta, 17 anni dopo, mi fermo ad ascoltare anche il testo. Ma porca maiala, è possibile -mondo cane- che un elogio così sperticato della tristezza e della mediocrità abbia avuto così successo, mi chiedo. Ascolto le storie "di noi brava gente, che fa fatica e s'innamora con niente" e mi chiedo se mi sta prendendo per il culo oppure ci crede davvero. Gente "senza trionfi né grossi guai" avrebbe dovuto prenderlo e gettarlo nel Po nudo a gennaio quando il buon Fogli si immedesima ipocritamente con questi. Come si può cantare "con questo amore che non è bello come vorrei" senza che qualcuno ti riempia di mazzate non mi è proprio chiaro. Non è grande come vorresti? "A' Ricca', e cambialo se nun te piace, nun ce rompe li cojoni"

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