20100219

Mondo Onirico. Una personale classifica

Lo so, il mondo onirico sempre messo in disparte se non per azzeccare i numeri del lotto non è un argomento così divertente ma io fin da piccolo faccio sogni assurdi, con dettagli ridicoli o spaventosi, personaggi nati dalla mente di uno psicopatico (la mia mente) e però, sempre più stupefacenti della vita. Anche i sogni possono essere una droga. Ed è solo grazie alle mie fobie non passo il tempo a dormire per sognare (se lo facessi, morirei soffocato nel sonno, non lo sapevate? fobia n.1, ma poi le elencherò in un prossimo post tutte). E sono sicuro, che là fuori, qualcun altro fa sogni altrettanto assurdi. Qualcuno che come me, si trova sempre a disagio quando dopo aver domandato ad un altro se ha sognato sente la risposta: "no, non sogno mai", oppure "mah, non mi ricordo" dette come se si trattasse di un argomento inutile e laterale alla vita. Beh, a volte mi pare di essere più vivo nei sogni che nella vita reale. Ma probabilmente sono solo diversamente vivo. Eccone alcuni arbitrariamente scelti 


1) al primo posto, oro per il sogno fantasy. 
Beh, sono una fata (sì, una fata, con le aluccie e la bacchetta magica, e una lunghezza approssimativa di 10 centimetri) volo tra l'erba della campagna ed entro dentro un casolare abbandonato, attraverso una finestra. Qui vengo circondato/a da una miriadi di api. Penso di essere spacciato/a, ma le api si posizionano come a formare una rete, ed alcune di loro si illuminano come lucciole a formare la frase "anche noi vogliamo cantare"; meno male, non vogliono uccidermi. Allora con la bacchetta le trasformo in api grassoccie stile cartone animato e queste felici si allontano in file di 4 o 5 a formare un lungo cordone di api e cantando con voce da baritono qualcosa che non ricordo. Compiuto il primo miracolo mi elevo verso il cielo e supero alcune nuvole sulle quali stanno docilmente appoggiati degli elefanti. Una voce fuori campo come documentario parte a spiegare che "gli elefanti sono animali con un forte senso della famiglia, e bla bla bla." Sopra una nuvola incontro una ragazza che conosco (ma solo nel sogno). Naturalmente nel sogno ha senso che anche lei sia una degli elefanti. Ha un viso slavo, forse è una zingara. Cucina qualcosa dentro una latta grande. Ci salutiamo felici, e poi ci diamo appuntamento per mercoledì (la precisione eh). Vado via pensando che per accettare lei devo accettare pure tutta la sua famiglia di elefanti. 




2) Al secondo posto, il sogno sportivo stile disney
Io non sono presente in corpo, ma mi guardo delle meravigliose olimpiadi per animali. La corsa delle antilopi, il salto di non mi ricordo chi, e la prova più imbarazzante di tutte: la corsa dei granchi che nel contempo devono tenere con le chele sopra la "testa" un anfora piena d'acqua. La visione di questi granchi che corrono per una spiaggia camminando di lato e con un anfora in testa vale da sola la seconda posizione e l'argento


3) medaglia di bronzo per il thriller horror (e tenete conto che l'ho fatto da bimbo da elementari, forse intorno agli 8 anni)
Passo nell'androne di casa e ci sono due persone malvagie che mi aspettano. Lui è vestito da cowboy (il cattivo purtroppo), lei quel poco che indossa (WOW!) è fatto di vinile, tipo completo sado maso (DOPPIO WOW!!). Non chiedetemi dove avessi visto a quell'età l'abbigliamento di lei, perché non lo so o non lo ricordo. Mi minacciano: "ah, morirai ragazzino, ahahahahaha (risata satanica)" e  versano un liquido per terra e con questo appiccano il fuoco. Purtroppo io sono dalla parte della porta mentre loro dalla parte senza uscita, quindi non si trattava di assassini molto efficaci. Comunque mi volto e faccio per aprire la porta e a quel punto dallo sgabuzzino a fianco (c'è sempre qualcosa nello sgabuzzino) esce una bella mummia, che mi insegue. Esco corro per le scale ma le giunture della mummia sembrano funzionare ancora bene e mi resta appiccicata. Purtroppo cado, e la mummia mi afferra. E mi sveglia. Era la mamma.







20100218

Palazzo Maiale

Il giapponese è una lingua difficile. La difficoltà maggiore però non risiede nella sua grammatica, o nella sua sintassi, ma nell'ineluttabile fatto che è parlata da giapponesi. I giapponesi sono il maggior ostacolo per imparare la lingua giapponese.
Se in Italia uno straniero vi dice qualcosa di strano cosa fate? Quello che facciamo tutti. Cerchiamo di capire cosa volesse dire davvero in base alle informazioni che abbiamo e rispondiamo. Se la risposta lo soddisfa gli correggiamo la domanda.  A volte correggiamo prima e poi rispondiamo, ma il punto è: noi siamo sicuri di conoscere l'italiano e quindi che la assurdità che ci ha detto proviene da un suo errore.


"Scusa amico,  il palazzo maiale?"
"uhm,  il palazzo reale? E' la dopo l'incrocio" (indicando vistosamente)
"grazie"
"Palazzo reale eh, mi raccomando, non maiale."
"ah, grazie"


I giapponesi invece, afflitti da un perenne quanto ingiustificato e ingiustificabile senso di manchevolezza, ritengono che siano loro a sbagliare, quindi le loro reazioni ti impediscono di capire, se stai sbagliando, dove, e come. Inoltre rispondono sempre con un affettato stupore che confonde ulteriormente le acque.


"E poi sono andato al giardino di palazzo reale ma..."
"eeeh?" (stupore)
[che abbia sbagliato?] "Palazzo maiale?"
"eeeh, ma cosa è? Dove?" (domandandosi se esista davvero un palazzo maiale, e aspettando conferma prima di aggiungere altro)
[eppure ero sicuro. Mi sto confondento? maledetti omofoni] "lapazzo reale?  caviale? paparazzo? ponte di legno? fanfara d'ottoni? suicidio rituale?"


un centinaio di parole dopo, il nostro interlocutore si convincerà che abbiamo bisogno di un aiuto.
"forse sei andato ai giardini di palazzo reale?  a Otemachi, giusto?"


"Grazie, maledetto psicopatico".


Naturalmente questa loro ossessione a parlare solo se si è sicuri al 100% di dire una cosa sensata, vi obbligherà a non ricordare mai la giusta parola. Continuerete ad apostrofare i giardini reali con il nome di suicido rituale, o ponte di legno, ma mai più col nome corretto, che avevate imparato diligentemente.

20100210

Ritocchi

Questa moda di ritoccarsi chirurgicamente per assomigliare a qualcun altro o essere più belli mi sembra -sia detto chiaro- davvero ridicola. Leggo oggi che una ragazza si 21 anni, cinese, vuole sottoporsi a diversi interventi chirurgici per diventare come Jessica Alba. E tutto questo per riconquistare il suo ragazzo, fan dell'attrice. Immaginiamo che sia la mia ragazza questa cinese. Ad esempio a me piacciono molto i tostapane. 21enne si sottopone a delicati interventi chirurgici per diventare un tostapane. Questa sarebbe davvero una notizia interessante. Il primo tostapane con le tette, made in China. E ora chiedetevi da dove escono i toast. Diventare un oggetto mi sembra il naturale punto d'approdo di questa mentalità. Che poi me la immagino la mia fidanzata come tostapane che si lamenta.
-"Basta, sono stufa, passi troppo tempo con la caffettiera"
-"Trovi? sarà per le sue forme più seducenti?"
-"Come ti permetti? E io che ti preparo degli ottimi toast ogni mattina"
-"Senti, mi è venuta un'idea. Perché non ti sottoponi a un altro intervento per diventare caffettiera e la facciamo finita?"
Oggetti animati. Non mi dispiacerebbe, devo essere sincero.
Poi quando incontri una che magari si è rifatta le tette puoi dirle "dilettante. Ma i toast li fanno almeno?" Voglio dire che questa storia della chirurgia plastica non mi convince, è una truffa. Due tette le ingrandisci, le rimpicciolisci, ma la loro funzione rimane invariata.  La chirurgia sarebbe davvero devastante se cambiasse la finzione della parte corretta.
"Sai, dopo l'intervento posso vedere con le narici".
oppure: "Guarda che tette, e dentro ci sono i padiglioni auricolari. Quando corre deve sentire un frastuono pazzesco".


"Dottore, vorrei che la mia mente fosse in un posto più sicuro che la testa. Pensa che sia possibile pensare con i genitali?" "Penso lo stia già facendo"
Forse quello che non capisco della correzione è lo scopo. Non che io mi piaccia particolarmente ma non vedo ragione di modificare il mio corpo. Anche se la tentazione di avere delle dita lunghissime è forte.
"Ehi, mu, che hai fatto alla mano?"
"Mi sono rifatto le dita. Belle eh? Ora posso cambiare scrivere i post anche se la tastiera del computer è in un'altra stanza"